· In Alta Valle abbiamo le sottozone “Blanc de Morgex et de la Salle” e “Enfer d'Arvier”.
· Nella Valle Centrale troviamo le sottozone “Torrette”, “Nus” e “Chambave”.
· Nella Bassa Valle abbiamo le sottozone “Donnas” e “Arnad-Montjovet”.
In questo incontro è stato fatto un focus su due delle sette sottozone e precisamente “Blanc de Morgex et de la Salle” e “Donnas”.
Il Vallée d’Aoste Blanc de Morgex et de La Salle DOC ha un fascino particolare, viene infatti ricavato da uve raccolte nei vigneti più alti d’Europa, ai piedi del massiccio del Monte Bianco. I vitigni di prié blanc utilizzati per la sua produzione vengono ancora impiantati ‘franchi di piede’, senza ricorrere all’innesto grazie alle basse temperature notturne che ghiacciano il terreno e questo impedisce alla fillossera di sopravvivere. Due i vini di questa sottozona degustati, il Cave du Mont Blanc de Morgex et de La Salle 2015 ed il Blanc de Morgex et de La Salle 2012 di Pavese Ermes. Praticamente due lame, soprattutto il primo, con tanta acidità da vendere. Personalmente ho maggiormente apprezzato il secondo, quello di Pavese, per la sua minore spigolosità, la sua maggiore struttura e la sua piacevolezza all’assaggio.
Il Vallée d’Aoste Donnas DOC è un vino importante, tanto da essere definito “il fratello montano del Barolo”. Per la sua lavorazione sono impiegate uve di Nebbiolo, localmente denominato Picotendro (min. 85%), di Freisa e di Neyret, raccolte nelle aree vitate di Donnas, Perloz, Pont-Saint-Martin e Bard. Da sottolineare anche il fatto che il Donnas è stato il primo vino valdostano ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata. Nel paese di Donnas si trova la Caves Cooperatives de Donnas, cantina sociale che produce gli altri quattro vini assaggiati nella serata e cioè, in ordine di servizio:
· Pinot Gris 2016, ottenuto, appunto, da uve Pinot Grigio in purezza se ne producono solo 3500 bottiglie l’anno; colore giallo dorato, naso fruttato e floreale ma anche di note minerali, sorso pulito, fresco e sapido, di buona persistenza.
· Rosé "Larmes du Paradis" 2016, ottenuto da uve Nebbiolo; lucente rosa cerasuolo, naso piuttosto intenso e complesso che spazia dalla frutta, fragola e ciliegia ma anche mela renetta, alle note floreali e minerali.Vino più di naso che di bocca, dove risulta fresco e secco.
· Barmet 2016, ottenuto da uve Nebbiolo per l'85% e da uve Freisa e Neyret per il restante 15%; rosso rubino poco carico con riflessi violacei, si profuma di frutti di bosco, ribes rosso in particolare, di violetta ed accenna ad una piccola nota pepata. Leggero e sottile, al palato è fresco, i tannini sono delicati, il gusto leggermente fruttato. Un vino conviviale da tutto pasto.
· Donnas 2014, ottenuto da uve Nebbiolo per il 90% e da uve Freisa e Neyret per il restante 10%, matura per un anno in botti grandi da 25 hl di rovere. Colore rosso rubino con sfumatura appena granata, naso un po’ contratto all’inizio che poi si apre a sentori di frutti di bosco, chiodi di garofano, liquirizia e violetta appassita. Tutt’altro che piacione al palato, ingresso duro fatto di notevole freschezza e trama tannica fitta ma non spigolosa, struttura importante, ma nulla appesantisce la beva che risulta eccezionale. Finale deciso e lungo, insomma, come si accennava in precedenza, si tratta di un vino austero e importante.
In chiusura una considerazione, i vini della Valle d'Aosta presentano un rapporto qualità/prezzo pesantemente sbilanciato in favore della qualità. Con cifre molto abbordabili si possono acquistare vini che ti portano ad esplorare vette qualitative notevoli e non è cosa da poco.
Per essere aggiornati sui prossimi appuntamenti dell'associazione "Enodegustatori Campani", seguite la pagina facebook.
Non mi resta che salutare ed augurare a tutti buone feste!