Il Verdicchio è da sempre considerato un vitigno autoctono delle Marche e le principali zone di coltivazione sono quella dei Castelli di Jesi, in provincia di Ancona, e un’area più ristretta nel comune di Matelica, in provincia di Macerata, entrambe contrassegnate dalla DOC. La zona più antica di produzione comprende i comuni posti sulle vallate a ridosso del fiume Esino delimitate dalla line ache da Ostra- Arcevia scende a sud fino a Cupramontana- Apiro. I vini prodotti in quest’area possono, pertanto, vantare in etichetta la menzione “Classico”.
Il Verdicchio è un vitigno piuttosto eclettico che viene utilizzato per produrre, generalmente in purezza, sia vini freschi e di pronta beva, sia vini molto strutturati e capaci di notevole longevità. Inoltre viene utilizzato per produrre spumanti (sia metodi classici, sia Charmat) e vini passiti.
Le principali differenze tra le zone di produzione di Jesi e di Matelica, sono l’orientamento, e quindi l’esposizione, delle vigne e il clima. Mentre nell’areale di produzione di Jesi l’orientamento dei vigneti corre in direzione ovest-est con agli estremi le montagne e il mare Adriatico, nella zona di Matelica l'orientamento delle vigne segue l'asse nord-sud e, da non sottovalutare, qui anche l'influenza del mare è abbastanza limitata. Per quanto concerne il clima, nel territorio di Matelica, caratterizzato da colline che sfiorano i 700 metri di altezza, è mediamente più freddo con forti escursioni termiche tra giorno e notte soprattutto durante i mesi estivi.
Questi, in ordine di servizio, i vini della serata:
· Verdicchio di Matelica 2016 di Gagliardi
· Verdicchio di Matelica 2015 di Colle Stefano
· Verdicchio dei Castelli di Jesi "di Gino" 2015 della Fattoria San Lorenzo
· Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2016 di La Staffa
· Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva "Campo delle Oche" 2009 di Fattoria San Lorenzo
Diciamo subito, come affermato da Marika Socci dell’Azienda Vitivinicola Socci, nota realtà produttrice della zona dei Castelli di Jesi, che si tratta di tutti vini di gran classe, bellissima espressione dei due territori rappresentati. Dei due Matelica ho apprezzato la loro verticalità, con una leggera preferenza per il secondo, a mio avviso, già vino compiuto, sia dal punto di vista olfattivo che gustativo. Del Verdicchio dei Castelli di Jesi "di Gino" 2015 della Fattoria San Lorenzo ho apprezzato la sua essenzialità, il suo equilibrio e la sua beva, mentre il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2016 di La Staffa è stato per me una grande scoperta, con la sua intrigante eleganza olfattiva e la sua pregevole sapidità, senza dubbio il mio preferito della serata. Discorso a parte va fatto per il "Campo delle Oche" 2009 di Fattoria San Lorenzo, un vino di otto anni grazie al quale abbiamo potuto testare come può evolvere nel tempo un vino ottenuto da uve verdicchio. Diciamo subito che il vino è risultato essere sì maturo ma integro. Colore oro vecchio ma di una vivacità per nulla intaccata dal tempo. Si è presentato al naso con sentori di brandy e di vernice, seguiti, prima, da note più dolci di miele e di fiori gialli secchi, e poi da note di erbe aromatiche. Il sorso è risultato essere rotondo, leggermente sbilanciato sulle sensazioni morbide ed alcoliche (14,5% vol), con finale amarognolo di frutta secca. Si tratta di un vino complesso e, piacevolmente, impegnativo, ma proprio per questo affascinante ed intrigante.
Per essere aggiornati sui prossimi appuntamenti dell'associazione "Enodegustatori Campani", seguite la pagina facebook.